(detto
Màrio). Uomo politico
italiano. Figlio di Antonio, laureato in Giurisprudenza, è docente di
Diritto civile all'università di Sassari dal 1975. Eletto deputato per la
prima volta nel 1976 nelle file della Democrazia Cristiana, venne riconfermato
nelle legislature successive. Dal 1987 al 1991 fu presidente del Comitato
bicamerale di controllo sui servizi di informazione e sicurezza e sul segreto di
Stato. Nel 1987 fu il promotore del Movimento per la riforma elettorale che
portò al referendum popolare sulla preferenza unica del 9 giugno 1991.
Nel gennaio 1992 divenne il coordinatore del Patto trasversale per le riforme
elettorali, nel quale si riconobbero diversi parlamentari appartenenti a forze
politiche differenti (DC, PdS, PRI, La Rete, Verdi), che si impegnarono a
promuovere, all'interno dei rispettivi partiti, le riforme istituzionali e
soprattutto una legge elettorale fondata sul sistema uninominale maggioritario:
sotto la spinta del movimento referendario il Parlamento approvò alla
fine del 1992 la legge sull'elezione diretta del sindaco e, tramite il
referendum del 18 aprile 1993, venne introdotto in Italia il sistema
maggioritario uninominale. Nel 1993
S. abbandonò la DC, confluendo
dapprima nelle file di Alleanza Democratica, da lui fondata nel 1992, e
successivamente in quelle del Patto Segni (V.), al quale diede vita nel marzo
1994 e nelle cui liste fu eletto deputato (1994-96). Nel 1994 fu deputato
europeo; nel settembre 1995 si dimise dall'incarico, dopo aver presentato
una proposta di legge che mirava a introdurre l'incompatibilità tra
carica di parlamentare nazionale ed europeo. Non si ripresentò alle
elezioni dell'aprile 1996, preferendo continuare la battaglia per le
riforme istituzionali al di fuori dei partiti e del Parlamento. Nel febbraio
1998 diede vita al Comitato Referendum Maggioritario per l'abrogazione
della quota proporzionale dalla legge elettorale per la Camera dei deputati; il
relativo referendum del 18 aprile 1999 non raggiunse il quorum del 50% degli
elettori. Alle elezioni europee del 13 giugno 1999 presentò con
Gianfranco Fini la lista dell'Elefante, l'alleanza riformista del
centro-destra costituita da AN, Patto Segni e Riformatori; fu eletto nei collegi
Centro e Nord-Ovest (optò per il primo). Attualmente ricopre, come
deputato dell'Unione Europea delle Nazioni (UEN), la carica di membro
titolare nella Commissione Affari Costituzionali e di membro supplente in quella
Affari Esteri (n. Sassari 1939).